Le emozioni hanno il grande potere di guidare le nostre decisioni e i nostri comportamenti. Creano degli stati d'animo che possono portarci lontano oppure non farci nemmeno partire. Si può dire che siano come una specie di carburante interno che, se usato con saggezza, può spingerci a fare cose incredibili.
Ma non solo, hanno anche il potere di comunicare agli altri come ci sentiamo, attraverso i fini meccanismi del linguaggio del corpo. Sono come le forme e i colori di un quadro, che possono ispirare in chi lo guarda le più diverse reazioni (rispetto a questo tema nello sport, puoi dare uno sguardo al mio post precedente, dove parlo di come vengono percepiti i linguaggi corporei degli avversari di gara) .
Proprio per questa doppia funzione è importante che ogni atleta sappia riconoscere le emozioni più utili per i suoi obiettivi e che impari a gestirle.
Per quel che mi riguarda, però, credo che l'emozione più strategica per una buona performance sia la gioia.
Per almeno 3 buoni motivi.
Ma non solo, hanno anche il potere di comunicare agli altri come ci sentiamo, attraverso i fini meccanismi del linguaggio del corpo. Sono come le forme e i colori di un quadro, che possono ispirare in chi lo guarda le più diverse reazioni (rispetto a questo tema nello sport, puoi dare uno sguardo al mio post precedente, dove parlo di come vengono percepiti i linguaggi corporei degli avversari di gara) .
Proprio per questa doppia funzione è importante che ogni atleta sappia riconoscere le emozioni più utili per i suoi obiettivi e che impari a gestirle.
Per quel che mi riguarda, però, credo che l'emozione più strategica per una buona performance sia la gioia.
Per almeno 3 buoni motivi.